NIZIOLETO VENEZIANO

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Nuovo prodotto

Il nizioleto (/nisio'eto/, termine veneziano per lenzuolino) è la tipica indicazione stradale veneziana.

La sua peculiarità consiste nel fatto che non si tratta di un cartello, ma di un pittura parietale: infatti i nomi delle strade o dei canali e le indicazioni verso i punti cruciali della città sono dipinti a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case, entro un rettangolo di colore bianco circondato da un riquadro (da cui il nome). Le scritte vengono realizzate usando apposite forme a stampo metallico per lettere, numeri e frecce.

Nella Repubblica Serenissima, la lingua ufficiale per tutti gli atti legali e amministrativi, oltre che quella delle opere letterarie, era il veneziano e sono in veneziano, anche al giorno d'oggi, i nomi dei luoghi scritti sui “nizioleti”, rettangoli bianchi di calce, che si trovano sui muri delle strade a circa due metri d’altezza. I toponimi spesso si ripetono ed ognuno di essi ha, come già accennato, un preciso significato.

Dettagli:

Dimensioni: 25x60x1 cm

Cornice in legno da 1cm dipinta di nero

Lettere in tessere smalti nero

Intonaco marmorino bianco a base di polvere di marmo e calce.

Contattami per conoscere la disponibilità, richieste di personalizzazioni e per ogni altra informazione scrivendo a

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Dettagli

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La storia del Bancogiro

Il lungo porticato detto “Bancogiro”, vicino al ponte di Rialto era, ai tempi della Serenissima, la Banca circolante di Credito, dove i mercanti solevano incontrarsi per le loro contrattazioni. 

L'istituzione del “Banco di Scritta” o “del Giro”, risale al 1619 e tale nome derivava dal  particolare metodo organizzativo adottato; infatti, la funzione principale del Banco Giro, non era prestare denaro, ma piuttosto provvedere a pagare somme cospicue per conto dei propri clienti, soprattutto ricchi commercianti, per i quali era pericoloso fare acquisti al mercato portando con sé grossi quantitativi di denaro e monete che dovevano, tra l'altro, essere contate sul posto ad ogni transazione.

Per gli uomini d’affari era dunque più conveniente aprire un conto in uno dei Banchi che ogni giorno lavoravano al mercato di Rialto, ed effettuare i pagamenti semplicemente presentandosi al banchiere e delegandolo al trasferimento dell'importo richiesto. Il banchiere appuntava la somma da pagare nei propri registri ed effettuava la transazione. Si pagava così con la cosiddetta “moneta di banco” (ad esempio 10 ducati di banco corrispondevano a 12 ducati correnti) applicando un veloce e sicuro “giro di partita”.

Il Banco Giro divenne, in breve tempo, il mezzo più semplice e sicuro per eseguire le operazioni di commercio; tutti potevano aprire un deposito di denaro, più o meno consistente, che veniva registrato a suo credito ed a debito del banco, senza alcun aggravio di spesa e con la possibilità di ritirare in qualunque momento tutta la somma depositata, o la parte necessaria.

Attorno al Banco Giro si svolgeva una fiorente attività economica seguita dallo Stato, che tra l'altro aveva stabilito per legge che il denaro depositato non venisse mai posto sotto sequestro, né trattenuto da alcuna autorità giudiziaria della Repubblica. Il Bancogiro del mercato di Rialto era una vera e propria istituzione bancaria, che rimase in attività sino al 1811, così efficiente da spingere importanti funzionari europei a recarsi a Venezia per imparare da vicino come era organizzata.

Fonti: Comune di VeneziaWikipedia

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